Irene Avossa/ Novembre 13, 2023/ BIM/ 0 comments

Il nostro CEO, l’Ing. Riccardo Perego, ci parla della digitalizzazione nel settore dell’edilizia, concentrandosi in particolar modo su enti bilaterali e cantieri.

Viviamo nell’era dei Big Data. Ognuno di noi ogni giorno, quasi in ogni momento della sua giornata, ha a che fare con dati: li produciamo, li utilizziamo, li elaboriamo, molto spesso senza rendercene conto. Ciò riguarda anche l’intera attività edilizia.

L’avvento e la diffusione di un modello digitale come il BIM è in grado di cambiare radicalmente l’approccio del costruire, così come le relazioni tra i diversi attori.

Per restare ancorati all’attività istituzionale, agli obiettivi che sono propri di enti bilaterali come le Casse Edili, la digitalizzazione sta assumendo un’incidenza rilevante per quanto riguarda il cantiere: quello che vi avviene all’interno, l’attività che vi viene svolta, il modo in cui viene svolta, con tutte le implicazioni legate al mondo del lavoro, alla sicurezza, al rispetto delle regole.

Oggi, attraverso strumenti e tecnologie sempre più innovative, è possibile monitorare e prevenire, riducendo drasticamente i rischi connessi.

Su questi temi del resto cresce l’attenzione generale, delle committenze e anche delle imprese chiamate a dare risposte concrete dotandosi di strumenti in grado di dare garanzie.

Cresce anche l’evoluzione normativa, insieme all’incremento di riferimenti culturali e di nuovi paradigmi destinati a diventare pratiche concrete come tutto ciò che oggi gira intorno agli obiettivi ESG, ovvero verso una sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Sicurezza e regolarità sono elementi di valore rispetto a questa dimensione.

Edilizia e digitalizzazione

Edilizia e digitalizzazione: consigli agli enti bilaterali

Oggi si può fare molto di più: ormai tutti in cantiere vanno in giro con il cellulare in tasca, e questo vuol dire che il sistema informativo di cantiere può sapere non solo se una data persona oggi è venuta al lavoro, ma anche dove si trova, in ogni momento e con la massima precisione. Questo fatto ci permette di implementare la “fence detection”, ossia il controllo che nessuno si trovi in aree pericolose o comunque sbagliate rispetto alle sue mansioni.

Non solo, ma è immediatamente disponibile anche il rimedio: uno squillo ed un messaggio all’operatore interessato. Questo esempio riguarda la sostenibilità sociale del cantiere, ma se ne potrebbero fare altri sia sulla parte ambientale (recupero acque reflue, ottimizzazione dell’uso delle macerie da scavo, controllo delle polveri, etc.), e su quella economica (automazione dei SAL periodici, verifiche di congruenza fra progetto e costruito…).

È bene ricordare anche che i criteri premiali introdotti dal DM 312/2021 spingono le stazioni appaltanti a concedere punti extra nelle gare a chi garantirà poi di essere in grado di perseguire determinati obiettivi di sostenibilità, che rientrano quasi per intero fra gli esempi citati sopra.

Le banche dati per superare i silos informativi

La prima parola chiave è la stessa vista prima: digitalizzazione. L’approccio digitale consente di creare dati misurabili e confrontabili. La proliferazione di questi dati ne rende però ancora più necessaria la condivisione e lo sfruttamento razionale.

E qui entra in gioco la seconda parola chiave: standardizzazione. Intendo dire che la Pubblica Amministrazione ha di fronte una grandissima opportunità e responsabilità: se riesce a creare standard di riferimento per gli insiemi di dati che sta già cominciando a ricevere in formato digitale, potrà accrescerne enormemente la reale fruibilità e quindi l’efficienza dei propri processi amministrativi.

Si pensi ad esempio al cosiddetto E-Permit, cioè l’obiettivo di automatizzare il rilascio dei permessi per costruire, molto più facilmente realizzabile se i progettisti avranno un ambiente di progetto BIM già predisposto e standardizzato secondo criteri predefiniti dal Comune destinatario, o al Portale Nazionale delle Costruzioni, che dovrebbe consentire di rendere disponibili sul web i cataloghi di tutti i produttori di componenti per l’edilizia, già in formato BIM e completi di schede tecniche conformi alle norme UNI.

Il lavoro che attende la PA è grande, ma lo sono anche la posta in gioco e i ritorni attesi.

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