Il nuovo Codice dei contratti rinforza il BIM ed introduce per la prima volta la tecnologia GIS
Il parlamento italiano, con il decreto legislativo numero 36 del 31 marzo 2023, ha approvato il nuovo Codice dei contratti, che entrerà in vigore a partire da luglio di quest’anno, e sostituirà il codice precedente approvato nel 2016.
In questo nuovo Codice sono presenti importanti passi in avanti per quanto riguarda il BIM ed una bella novità: per la prima volta viene richiesto l’utilizzo di tecnologie GIS.
Per quanto riguarda il BIM, va notato prima di tutto che la parte II del Codice prescrive la digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dei contratti, secondo le disposizioni del codice dell’amministrazione digitale (CAD).
La parte VI del nuovo Codice dei contratti: progettazione e CDE
La parte IV del Codice si occupa della progettazione,articolata in due livelli: il progetto di fattibilità tecnico-economica (PFTE) e il progetto esecutivo (PE).In quest’ambito, l’articolo 43 rende definitivi i tempi di adozione obbligatoria del BIM:
“A decorrere dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti adottano metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni per la progettazione e la realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti per importo a base di gara superiore a 1 milione di euro.”

Inoltre, sempre nella parte IV del Codice, si richiede l’utilizzo di un Ambiente di Condivisione dei Dati (CDE) così descritto:
“Gli strumenti indicati ai commi 1 e 2 utilizzano piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie e il coinvolgimento di specifiche progettualità tra i progettisti, nonché di consentire il trasferimento dei dati tra pubbliche amministrazioni e operatori economici partecipanti alla procedura aggiudicatari o incaricati dell’esecuzione del contratto.”
Entriamo dunque nel merito dell’allegato I.9 del Codice, che introduce importanti conferme e novità per il BIM.
Il Codice dei contratti: cosa richiede alle Stazioni Appaltanti?
Il Codice ribadisce e rafforza gli atti richiesti alle Stazioni Appaltanti già dal decreto 506 del 2018, il cosiddetto Decreto BIM, per una loro adeguata organizzazione:
- un piano di formazione;
- un piano di acquisizione e manutenzione di hardware e software;
- un atto di organizzazione.
Va sottolineato, a questo riguardo, che queste misure vanno attuate prima di adottare i processi relativi alla gestione informativa digitale delle costruzioni; quindi, non basta più averli previsti per il futuro.
Richiede, inoltre, di predisporre un capitolato informativo e ne descrive i contenuti, che devono essere coerenti con il livello di progettazione richiesto (PFTE o PE).
Tre figure BIM fondamentali
Alle Stazioni Appaltanti viene inoltre richiesta la nomina di tre figure BIM, ossia:
- un gestore dell’ambiente di condivisione dei dati (CDE Manager);
- un gestore dei processi digitali supportati da modelli informativi (BIM Manager);
- un coordinatore dei flussi informativi per ogni intervento (BIM Coordinator).
Ambiente di Condivisione dei Dati per le Stazioni Appaltanti
Il nuovo Codice dei contratti ribadisce la necessità che le Stazioni Appaltanti adottino un Ambiente di Condivisione dei Dati per garantire la loro condivisione, elaborazione e gestione nel rispetto della disciplina del diritto d’autore e della proprietà intellettuale. Inoltre, ribadisce l’utilizzo di piattaforme interoperabili mediante formati aperti non proprietari, mentre i dati vanno elaborati in modelli informativi disciplinari multidimensionali e orientati a oggetti.
Norme volontarie BIM e premialità
Il Codice fa esplicito riferimento alle norme volontarie BIM, sia europee con codifica UNI EN, sia internazionali con codifica UNI ISO, sia nazionali UNI, citando poi le norme UNI EN ISO 19650, e le norme della serie UNI 11337 che ormai ben conosciamo.
Permette inoltre di definire eventuali premialità basate su usi specifici, metodologie operative, processi organizzativi e soluzioni tecnologiche dei contenuti delle offerte dei candidati.
Il GIS nel nuovo Codice dei contratti
Per quanto riguarda il GIS, l’allegato I.7 per la prima volta introduce la possibilità di utilizzare sistemi GIS, ovvero sistemi informativi geografici nella redazione del quadro esigenziale e del documento di fattibilità delle alternative progettuali.
- Il quadro esigenziale può essere integrato dalla configurazione di modelli informativi bi- e tri-dimensionali di carattere urbano o territoriale comprensivi dei piani di cantiere e da modelli informativi che riflettano lo stato dei luoghi e dei cespiti immobiliari o infrastrutturali esistenti.
- Nella redazione del PFTE ci si può avvalere, nei casi previsti dall’articolo 43 del codice, di modelli informativi digitali dello stato dei luoghi, eventualmente configurato anche in termini geospaziali (Geographic Information System – GIS).
Approfondimenti e formazione
Ti interessa approfondire? Qui puoi leggere l’intervista su questo tema al CEO di One Team, Riccardo Perego.
In questo articolo puoi trovare la Tavola Rotonda sul nuovo Codice dei contratti, tenutasi durante la One Team BIM Conference 2023.
One Team opera da tempo nel convincimento che approcci GIS e BIM possano, in sinergia, favorire lo sviluppo di progetti di valore. Per questo motivo ha predisposto percorsi formativi dedicati alla tematica. Per ulteriori informazioni puoi scrivere a: gis@oneteam.it.
One Team eroga inoltre percorsi specifici per la formazione e l’eventuale certificazione dei professionisti BIM richiesti. Scrivi a bim@oneteam.it per approfondire l’argomento.